mercoledì 30 dicembre 2015


31 DICEMBRE 2015

ore 18.30: S. Messa e ringraziamento di fine anno

1 GENNAIO 2016 - S. MARIA MADRE DI DIO

SS. MESSE: ore 11.00 - 19.00

sabato 26 dicembre 2015

Festa della Santa Famiglia

È in famiglia che si impara il nome più bello di Dio

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo (...) Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (....). 

Che cosa dice la Parola di Dio alle fragilità delle nostre famiglie? Dice prima di tutto che il matrimonio è santo come il sacerdozio. Che la vocazione dei genitori è santa come quella di una monaca di clausura. Perché l'amore quotidiano nella casa è un tutt'uno con l'amore di Dio. E non sono due amori, ma un unico, solo, grande mistero, un solo amore che muove il sole e l'altre stelle, che muove Adamo verso Eva, me verso gli altri, Dio verso Betlemme, nel suo esodo infinito verso di noi. La famiglia è il luogo dove si impara il primo nome, e il più bello, di Dio: che Dio è amore; dove si assapora il primo sapore di Dio, così vicino a quello dell'amore. 

I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme. Questa parola ricorda alla famiglia che essa è in pellegrinaggio. Come canta il Salmo: Beato l'uomo (la coppia) che ha sentieri nel cuore (Sal 83). Beata la famiglia dove si impara a sconfinare. Verso gli uomini e verso Dio. 

Non sapevate che devo occuparmi d'altro da voi? I nostri figli non sono nostri, appartengono al Signore, al mondo, alla loro vocazione, ai loro sogni. Un figlio non può, non deve impostare la sua vita in funzione dei genitori. Sarebbe come bloccare la ruota della creazione. Devo occuparmi delle cose del Padre. Per una vita piena e felice il primato è di Dio. Sono parole dure per i genitori, ma dove l'ha imparato Gesù se non nella sua famiglia? «Me lo avete insegnato voi il primato di Dio! Madre, tu mi hai insegnato ad ascoltare angeli! Padre, tu mi hai raccontato che talvolta la vita dipende dai sogni, da una voce nella notte: alzati prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto». 

Ma essi non compresero. Gesù cresce dentro una famiglia santa e imperfetta, santa e limitata. Sono santi i tre di Nazaret, sono profeti colmi di Spirito, eppure non capiscono i propri familiari. E noi ci meravigliamo di non capirci nelle nostre case? E qui leggo un conforto per tutte le famiglie, tutte diversamente imperfette, ma tutte capaci di far crescere. Si può crescere in bontà e saggezza anche sottomessi alla povertà del mio uomo o della mia donna, ai perché inquieti di mio figlio. Si può crescere in virtù e grazia anche sottomessi al dolore di non capire e di non essere capiti. E questo perché? Perché nei miei familiari abita un mistero. Di più, sono loro il mistero primo di Dio, il sacramento, vale a dire il segno visibile ed efficace. 

Isaia ha detto: Tu sei un Dio nascosto. Dove mai è nascosto Dio, se non nella mia casa? La casa è il luogo del primo magistero. Nella casa Dio ti sfiora, ti tocca, ti parla, ti fa crescere. Ti insegna l'arte di vivere, l'arte di dare e ricevere amore.

giovedì 24 dicembre 2015

Buon Natale!!!



Questa è la notte,
l’immensa notte delle origini
e nulla esiste tranne l'Amore, 
tranne l'Amore che sta nascendo:
separando l’acqua dalla sabbia
Dio ha preparato, come una culla,
la terra dove sarebbe venuto alla luce.

Questa è la notte,
la notte felice della Palestina
e nulla esiste eccetto il Bambino
eccetto il Bambino della Vita Divina:
prendendo la carne della nostra carne
Dio ha trasformato tutti i nostri deserti
in terra di immortali primavere.

Questa è la notte, 
la lunga notte dove ci si incammina
e niente esiste eccetto questo luogo
questo luogo della speranza in rovina:
fermandosi nella nostra dimora
Dio ha preparato come un arbusto
la terra dove sarebbe caduto il Fuoco.

(Liturgia di Natale dei Monaci di Tibhirine, Algeria)

sabato 19 dicembre 2015

NATALE 2015

24 DICEMBRE
ore 18.30 S. Messa della Vigilia (ultima novena)
ore 23.30 S. MESSA DELLA NOTTE

25 DICEMBRE - NATALE DEL SIGNORE
SS. MESSE: ore 11.00 - 19.00

SABATO 26 DICEMBRE
S. Messa ore 19.00

DOMENICA 27 DICEMBRE - S. FAMIGLIA
SS. MESSE ore 11.00 – 19.00 – Benedizione delle famiglie

28-29-30 DICEMBRE S. Messa ore 18.30

31 DICEMBRE
ore 18.30: S. Messa e ringraziamento di fine anno

1 GENNAIO 2016 - S. MARIA MADRE DI DIO
SS. MESSE ore 11.00 - 19.00

CONFESSIONI:
Lunedì 21 dalle 16.00 alle 18.00
Martedì 22 dalle 16.00 alle 18.00 - dalle 19.00 alle 21.00
Mercoledì 23 dalle 16.00 alle 18.00 - dalle 19.00 alle 21.00
Giovedì 24 dalle 9.00 alle 12.00 - dalle 16.00 alle 20.00



venerdì 18 dicembre 2015

PREGARE IN FAMIGLIA DURANTE L'AVVENTO/4


E' pronto il quarto foglietto per pregare nelle famiglie durante questo tempo di grazia. Vi troverete: un testo di don Tonino Bello da meditare durante questi giorni della Novena, un passo della Bibbia e una preghiera da fare ogni giorno in famiglia (a pranzo o a cena, o comunque quando tutta la famiglia è riunita), una preghiera specifica per il pranzo del giorno di Natale, il calendario delle celebrazioni natalizie e l'orario delle confessioni.

Il foglietto può essere ritirato in parrocchia o scaricato qui sotto.

martedì 15 dicembre 2015



dal 16 al 24 dicembre

ore 18.30 (19.00 sabato e domenica)
S. MESSA E NOVENA, con il canto delle Profezie.

ore 20.30
CELEBRAZIONE DEI VESPRI E NOVENA.

Nei giorni della Novena di Natale si può partecipare, alle ore 18.30 (nei giorni feriali) o alle 19.00 (sabato e domenica), alla S. Messa (con il canto delle Profezie) oppure, alle ore 20.30, alla celebrazione comunitaria dei Vespri.

sabato 12 dicembre 2015


III Domenica di Avvento

DIO DANZA DI GIOIA PER L'UOMO

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo
fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

«Esulterà, si rallegrerà, griderà di gioia per te, come nei giorni di festa». Nelle parole del profeta, Dio danza di gioia per l'uomo. Appare un Dio felice, il cui grido di festa attraversa questo tempo d'avvento, e ogni tempo dell'uomo, per ripetere a me, a te, ad ogni creatura: «tu mi fai felice». Tu, festa di Dio. 
La sua gioia è stare con i figli dell'uomo. Il suo nome è Io-sono-con-te: «non temere, dovunque tu andrai, in tutti i passi che farai, quando cadrai e ti farai male, non temere, io sono con te; quando ti rialzerai e sorriderai di nuovo, io sarò ancora con te». È con te Colui che mai abbandona, vicino come il cuore e come il respiro, bello come un sogno. Tutti i giorni, fino al consumarsi del mondo.
Mai nella Bibbia Dio aveva gridato. Aveva parlato, sussurrato, tuonato, aveva la voce dei sogni; solo qui, solo per amore Dio grida. Non per minacciare, per amare di più.
Il profeta intuisce la danza dei cieli e intona il canto dell'amore felice, dell'amore che rende nuova la vita: "ti rinnoverà con il suo amore". 
Il Battista invece, quasi in contrappunto, risponde alla domanda più feriale, che sa di mani e di fatica: "e noi che cosa dobbiamo fare?". E il profeta che non possiede nemmeno una veste degna di questo nome, risponde: "chi ha due vestiti ne dia uno a chi non ce l'ha". 
Colui che si nutre del nulla che offre il deserto, cavallette e miele selvatico, risponde: "chi ha da mangiare ne dia a chi non ne ha". Nell'ingranaggio del mondo Giovanni getta un verbo forte, "dare". Il primo verbo di un futuro nuovo. 
In tutto il Vangelo il verbo amare si traduce con il verbo dare (non c'è amore più grande che dare la vita per quanti si amano; Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio, chiunque avrà dato anche solo un bicchiere d'acqua fresca…). È legge della vita: per stare bene l'uomo deve dare. 
Vengono pubblicani e soldati, pilastri del potere: "e noi che cosa faremo?" "Non prendete, non estorcete, non accumulate". Tre parole per un programma unico: tessere il mondo della fraternità, costruire una terra da cui salga giustizia. 
Il profeta sa che Dio si incarna attraverso il rispetto e la venerazione verso tutti gli uomini, come energia che libera dalle ombre della paura che ci invecchiano il cuore. L'amore rinnova (Sofonia), la paura paralizza, ruba il meglio della vita.
«E io, che cosa devo fare?». Non di grandi profeti abbiamo bisogno, ma di tanti piccoli profeti, che là dove sono chiamati a vivere, giorno per giorno, siano generosi di giustizia e di misericordia, che portino il respiro del cielo dentro le cose di ogni giorno. Allora, a cominciare da te, si riprende a tessere il tessuto buono del mondo.

venerdì 11 dicembre 2015


GIUBILEO della MISERICORDIA 

“Misericordiosi come il Padre” 

Cattedrale, Domenica 13 dicembre 2015


giovedì 10 dicembre 2015


PREGARE IN FAMIGLIA DURANTE L'AVVENTO/3

E' pronto il terzo foglietto per pregare nelle famiglie durante questo tempo di grazia. Vi troverete: il testo centrale dell'omelia di Papa Francesco per l'apertura del Giubileo, un passo della Bibbia e una preghiera da fare ogni giorno in famiglia (a pranzo o a cena, o comunque quando tutta la famiglia è riunita), gli avvisi e gli appuntamenti più importanti della settimana.
Il foglietto può essere ritirato in parrocchia o scaricato qui sotto.

visualizza e scarica il foglietto

martedì 8 dicembre 2015


"Questo Anno Straordinario è anch’esso dono di grazia. Entrare per quella Porta significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente. E’ Lui che ci cerca! E’ Lui che ci viene incontro! Sarà un Anno in cui crescere nella convinzione della misericordia. Quanto torto viene fatto a Dio e alla sua grazia quando si afferma anzitutto che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre invece che sono perdonati dalla sua misericordia (cfr Agostino, De praedestinatione sanctorum 12, 24)! Sì, è proprio così. Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce della sua misericordia. Attraversare la Porta Santa, dunque, ci faccia sentire partecipi di questo mistero di amore, di tenerezza. Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma".

lunedì 7 dicembre 2015

Festa dell'Immacolata
MARIA, DONNA DELL'ATTESA



La vera tristezza non è quando, a sera, non sei atteso da nessuno al tuo rientro in casa, ma quando tu non attendi più nulla dalla vita.
E la solitudine più nera la soffri non quando trovi il focolare spento, ma quando non lo vuoi accendere più: neppure per un eventuale ospite di passaggio.
Quando pensi, insomma, che per te la musica è finita. E ormai i giochi siano fatti. E nessun'anima viva verrà a bussare alla tua porta. E non ci saranno più né soprassalti di gioia per una buona notizia, né trasalimenti di stupore per una improvvisata. E neppure fremiti di dolore per una tragedia umana: tanto non ti resta più nessuno per il quale tu debba temere.
La vita allora scorre piatta verso un epilogo che non arriva mai, come un nastro magnetico che ha finito troppo presto una canzone, e si srotola interminabile, senza dire più nulla, verso il suo ultimo stacco.

Attendere: ovvero sperimentare il gusto di vivere. Hanno detto addirittura che la santità di una persona si commisura dallo spessore delle sue attese. Forse è vero.
Se è così, bisogna concludere che Maria è la più santa delle creature proprio perché tutta la sua vita appare cadenzata dai ritmi gaudiosi di chi aspetta qualcuno.

Già il contrassegno iniziale con cui il pennello di Luca la identifica è carico di attese: «Promessa sposa di un uomo della casa di Davide».
Fidanzata, cioè.
A nessuno sfugge a quale messe di speranze e di batticuori faccia allusione quella parola che ogni donna sperimenta come preludio di misteriose tenerezze. Prima ancora che nel Vangelo venga pronunciato il suo nome, di Maria si dice che era fidanzata. Vergine in attesa. In attesa di Giuseppe. In ascolto del frusciare dei suoi sandali, sul far della sera, quando, profumato di legni e di vernici, egli sarebbe venuto a parlarle dei suoi sogni.

Ma anche nell'ultimo fotogramma con cui Maria si congeda dalle Scritture essa viene colta dall'obiettivo nell'atteggiamento dell'attesa.
Lì, nel cenacolo, al piano superiore, in compagnia dei discepoli, in attesa dello Spirito. In ascolto del frusciare della sua ala, sul fare del giorno, quando, profumato di unzioni e di santità, egli sarebbe disceso sulla Chiesa per additarle la sua missione di salvezza.
Vergine in attesa, all'inizio.
Madre in attesa, alla fine.

E nell'arcata sorretta da queste due trepidazioni, una così umana e l'altra così divina, cento altre attese struggenti.
L'attesa di lui, per nove lunghissimi mesi. L'attesa di adempimenti legali festeggiati con frustoli di povertà e gaudi di parentele. L'attesa del giorno, l'unico che lei avrebbe voluto di volta in volta rimandare, in cui suo figlio sarebbe uscito di casa senza farvi ritorno mai più. L'attesa dell'ora: l'unica per la quale non avrebbe saputo frenare l'impazienza e di cui, prima del tempo, avrebbe fatto traboccare il carico di grazia sulla mensa degli uomini. L'attesa dell'ultimo rantolo dell'unigenito inchiodato sul legno. L'attesa del terzo giorno, vissuta in veglia solitaria, davanti alla roccia.

Attendere: infinito del verbo amare. Anzi, nel vocabolario di Maria, amare all'infinito.

(don Tonino Bello)

domenica 6 dicembre 2015

Appuntamenti della settimana

Lunedì  7: ore 19.00 S. MESSA (Vigilia dell’Immacolata) - NOVENA

MARTEDI’ 8: FESTA DELL’IMMACOLATA – INIZIO DEL GIUBILEO
SS. MESSE: ore 11.00 - 19.00

- Da mercoledì a venerdì: S. Messa alle ore 18.30
- Giovedì 10: ore 18.30 S. MESSA a cui segue l’Adorazione Eucaristica
- Sabato 12: ore 19.00: S. Messa

DOMENICA 13 DICEMBRE  – 3° di AVVENTO
- ore 10.00 S. MESSA (in parrocchia)

- ore 11.00 Da S. DOMENICO processione verso la CATTEDRALE
- ore 11.30 APERTURA DELLA PORTA DELLA MISERICORDIA E INIZIO DEL GIUBILEO IN DIOCESI. S. MESSA PRESIEDUTA DALL’ARCIVESCOVO  MONS. MICHELE CASTORO CON TUTTI I SACERDOTI DELLA CITTA’

- ore 17.00 Incontro delle famiglie (in parrocchia)
- ore 19.00 S. MESSA (in parrocchia)

In via Matteo Ricci 18

INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE






sabato 5 dicembre 2015


II Domenica di Avvento C

La Parola, fragile e immensa

Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesa­re, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea. Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.

Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

«Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! (...) Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».



Luca dà inizio al racconto dell'attività pubblica di Gesù con una pagina solenne, quasi maestosa, un lungo elenco di re e sacerdoti, che improvvisamente subisce uno scarto, un dirottamento: un sassolino del deserto cade dentro l'ingranaggio collaudato della storia e ne muta il passo: la Parola di Dio venne su Giovanni nel deserto.

La Parola, fragile e immensa, viene come l'estasi della storia, di una storia che non basta più a se stessa; le inietta un'estasi, che è come un uscire da sé, un sollevarsi sopra le logiche di potere, un dirottarsi dai soliti binari, lontano dalle grandi capitali, via dalle regge e dai cortigiani, a perdersi nel deserto. È il Dio che sceglie i piccoli, che «abbatte i potenti», che fa dei poveri i principi del suo regno, cui basta un uomo solo che si lasci infiammare dalla sua Parola. 

Chi conta nella storia? Erode sarà ricordato solo perché ha tentato di uccidere quel Bambino; Pilato perché l'ha condannato a morte. Nella storia conta davvero chi comincia a pensare pensieri buoni, i pensieri di Dio.
La parola di Dio venne su Giovanni, nel deserto. Ma parola di Dio viene ancora, è sempre in volo in cerca di uomini e donne dove porre il suo nido, di gente semplice e vera, che voglia diventare «sillaba del Verbo» (Turoldo). Perché nessuno è così piccolo o così peccatore, nessuno conta così poco da non poter diventare profeta del Signore.



venerdì 4 dicembre 2015

mercoledì 2 dicembre 2015

PREGARE IN FAMIGLIA DURANTE L'AVVENTO/2


E' pronto il secondo foglietto per la preghiera in famiglia. Vi troverete: la preghiera di Papa Francesco per il Giubileo della Misericordia, un passo della Bibbia e una preghiera da fare ogni giorno in famiglia (a pranzo o a cena, o comunque quando tutta la famiglia è riunita), gli avvisi e gli appuntamenti più importanti della settimana.
Il foglietto può essere ritirato in parrocchia o scaricato qui sotto.


QUARESIMA IN FAMIGLIA/4 E' pronto il quarto  foglietto per pregare nelle famiglie durante questo tempo di grazia. Vi troverete : le ...