martedì 5 gennaio 2016

Epifania del Signore

ANCHE NOI,COME I MAGI, IN CERCA DI SEGNI

A Natale è Dio che cerca l'uomo. All'Epifania, è l'uomo che cerca Dio. Ed è tutto
un germinare di segni: come segno Maria ha un angelo, Giuseppe un sogno, i pa­stori un Bambino nella mangiatoia, ai Magi basta una stella, a noi bastano i Magi. Perfino Erode ha il segno: dei viaggiatori che giungono dall'Oriente, cul­la della luce, a cercare un altro re. 

Perché un segno c'è sem­pre, per tutti, anche oggi. Spesso si tratta di piccoli segni, sommessi; più spes­so ancora si tratta di per­sone che sono epifanie di bontà, incarnazioni viven­ti di Vangelo, che hanno oc­chi e parole come stelle. L'uomo è la stella: «percorri l'uomo e troverai Dio» (sant'Agostino). Perché Dio non è il Dio dei libri, ma della carne in cui è di­sceso. 

Come possiamo diventare anche noi lettori di segni, e non scribi sotto un cielo vuoto? 

I. Il primo passo lo indica I­saia: «Alza il capo e guar­da!». La vita è estasi, uscire da sé, guardare in alto; u­scire dal piccolo perimetro del sangue verso il grande giro delle stelle, dalle mille sbarre dietro cui si rin­chiude e si illude il Narciso che è in me, verso l'Altro. Aprire le finestre di casa ai grandi venti. 

II. Mettersi in strada dietro una stella che cammina. Per trovare Cristo occorre andare, indagare, scioglie­re le vele, viaggiare con l'in­telligenza e con il cuore. Cercare è già un po' trova­re, ma trovare Cristo vuol dire cercarlo ancora. «Andando di inizio in ini­zio, per inizi sempre nuovi» (Gregorio di Nissa). Andando però insieme, come i magi: piccola comunità, solitudine già vinta; come loro fissando al tempo stes­so gli abissi del cielo e gli occhi delle creature. 

III. Non temere gli errori. Occorre l'infinita pazienza di ricominciare, e di interrogare di nuovo la Parola e la stella, non come fa uno scriba, ma come fa un bambino. Come guarda un bambino? Con uno sguar­do semplice e affettuoso. 

IV. Adorare e donare. Il do­no più prezioso che i Magi possono offrire è il loro stesso viaggio, lungo quasi due anni; il dono più gran­de è il loro lungo desiderio. Dio desidera che abbiamo desiderio di lui. 

«Per un'altra strada ritor­narono al loro paese». An­che il ritorno a casa è stra­da nuova, perché l'incon­tro ormai ti ha fatto nuovo: «Cercatore verace di Dio è solo chi inciampa su una stella, scambia incenso ed oro con un ridente cuore di bimbo e, tentando strade nuove, si smarrisce nel pulviscolo magico del deserto...».

(p. Ermes Ronchi)

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